Qualche anno fa, in occasione del tracollo delle due pop venete, ebbi l’occasione di consultare un interessante documento di Mediobanca ove si faceva notare come i livelli patrimoniali delle 10 maggiori banche popolari italiane si fossero deteriorati nel corso del periodo 2005-2014. Notavo che un simile pesante deterioramento patrimoniale avrebbe implicato inesorabilmente il trasferiemnto del rischio dell’attività bancaria di quelle aziende in capo ai depositanti e non più a carico degli azionisti.
Ripropongo di seguito quei dati perché mi sembra illuminasse bene, e con largo anticipo, il probabile percorso successivo della banca barese, analogamente a quanto avvenne per le due popolari venete e per l’Etruria.
Banca d’Italai: il resoconto della vicenda della Bpop Ba
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Le 10 maggiori pop italiane: FC/Cn% (2005- 2014), Fonte: dati Mediobanca di fine 2015, pubblicato dal sottoscritto l’8 aprile 2017).
Questo articolo ha l’obiettivo di verificare se le maggiori banche popolari italiane siano imprese che svolgono l’attività bancaria a proprio rischio come, a me sembra, dovrebbe essere. Cioè se queste banche facciano ricadere i rischi che assumono sul perimetro dei loro ‘fondi propri’ (nella concezione allargata tipica degli accordi di Basilea: capitale sociale + riserve + strumenti ibridi di patrimonio) ovvero al di fuori di tale perimetro.
La Tabella che segue è costruita mettendo in fila i dati del rapporto % Free Capital/Capitale Netto (FC/Cn) che compaiono al rigo 22 degli indicatori di bilancio di ciascuna delle principali 10 banche popolari italiane, calcolati da Mediobanca per il periodo 2005-2014.
Per descrivere il contenuto della tabella bisogna iniziare dal Capitale Regolamentare o di Vigilanza o `Fondi propri’ (Creg): si tratta della somma fra Capitale Netto contabile (Cn) cui si somma un Delta pari agli `strumenti ibridi di patrimonio’.
Se poniamo il Delta a livello massimo possibile, cioè uguale al Cn, il Creg è uguale a 2Cn.
Si sa poi che una banca può assumere rischi ponderati pari ad un multiplo di Creg = 2Cn.
Il FC, ad una determinata data, è la differenza fra il Creg il Creg assorbito dai rischi ponderati assunti.
Esempio se Cn = 50, 2Cn =100 = Creg (data l’ipotesi).
Se i rischi ponderati assunti sono < di Creg, cioè < di 2Cn, (cioè < 100) nell’esempio, si avrà un FC positivo (> 0) e disponibile per fronteggiare rischi addizionali.
Se, invece, i rischi assunti sono > di Creg, cioè > 2Cn (cioè > 100), si avrà un deficit di FC (< 0), cioè la banca non potrebbe più assumere rischi addizionali, non avendo fondi propri per fronteggiarli. Detto in altri termini, i rischi addizionali andrebbero a carcio dei depositanti
In Tabella, il rapporto considerato, però, non è fra FC e Creg (= 2Cn, ipotizato = 100) ma fra FC e Creg/2 (= Cn ipotizzato = 50).
Come è noto, a parità di numeratore > 0, il risultato di un rapporto aumenta se diminuisce il valore del denominatore: FC > 0 (FC/Cn < FC/Creg).
Ma, se il numeratore è < 0 (FC < 0), allora FC/Creg > FC/Cn
Esempio: se Creg =100; Cn = 50 e FC = -200, segue che FC/Cn = -4 e FC/Creg = – 2.
Rapporto FC/Cn% delle 10 maggiori banche popolari italiane alla fine del 2014. | ||||||||||
2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | |
Banco | 25,8 | -9,5 | -13,2 | -32,7 | -67 | -76,1 | -104 | -123 | -161,1 | -185,5 |
Bpm | 21,9 | 34,5 | 33,2 | 17,6 | 1,6 | -13,3 | -9,3 | -16,7 | -49,6 | -23,3 |
Ubi | 13,8 | 25,6 | 21,6 | 10 | -8,5 | -19,6 | -42,5 | -46,4 | -49,6 | -51,6 |
Bper | 15,9 | 26,4 | 212,8 | 8,1 | -28,8 | -34,2 | -44,4 | -63 | -95,3 | -72,2 |
BpVI | 35 | 29,4 | 19,1 | 0,6 | -22,9 | -22,8 | -61,8 | -68,7 | -73,5 | -74,3 |
Vb | 22,9 | 57,8 | 8,9 | -3,9 | -9,6 | -19,4 | -57,1 | -69,3 | -91,1 | -76,5 |
BpSO | 58 | 62,5 | 68,8 | 60,4 | 49.7 | 37,8 | 23,5 | 1,9 | -27,8 | -16,3 |
CrVal | -19,8 | -7,6 | 35,6 | 0,7 | -18,6 | -23,4 | -61,3 | -85,6 | -121 | -132,7 |
BpBA | -11,5 | -8 | 18,1 | -20,7 | -22,7 | -19,1 | -35,9 | -49,3 | -48,3 | -68,9 |
BpEtr | 29,9 | 14,7 | 10 | 7,3 | -54,7 | -65,5 | -128 | -190 | -227,3 | -295,1 |
Tutte | 20,9 | 14,9 | 14,8 | -1,1 | -25,4 | -33,7 | -54,4 | -66 | -86,7 | -83,8 |
In tutti i casi indicati in tabella, perciò, il rapporto FC/Cn% indica un deficit di FC elevato o elevatissimo per cui, per non far ricadere i rischi addizionali sugli ignari depositanti. le 10 Popolari italiane avrebbero dovuto cessare l’attività, non disponendo più di risorse proprie sufficienti a fronteggiare i nuovi rischi o, alternativamente, avrebbero dovuto aumentare adeguatamente i fondi propri al fine di far ricadere in quel perimetro i rischi addizionali..